La situazione ambientale del territorio per il sindaco di Pastena, Arturo Gnesi, è una questione seria sulla quale dibatte da tempo. In un intenso documento rivolto idealmente ai vescovi e ai sacerdoti della Provincia non nomina mai questioni specifiche della provincia di Frosinone, ma le ultime tensioni appaiono come uno sfondo delineato. L’appello ai vescovi inizia con: “Dacci oggi il nostro cielo pulito.
Basterebbe poco ai parroci per ergersi a difesa dei territori degradati e delle comunità condannate a respirare aria inquinata e nauseabonda.
Basterebbe poco ai vescovi scendere per strada e ricordare a tutti che chi offende la natura minaccia la stessa vita dell’uomo e chi inquina oltre a commettere un peccato compie anche un reato che altera gli equilibri della natura e compromette la salute dell’intera collettività.
Un esempio per tutti è don Maurizio Patriciello, voce di una terra avvelenata dai traffici illegali di rifiuti tossici, difensore del diritto alla vita di un popolo condannato a morire di malattie inesorabili spesso insorte già dall’infanzia”. Il sindaco Gnesi ha proseguito citando papa Francesco:
“…tanto i rifiuti industriali quanto i prodotti chimici utilizzati nelle città e nei campi, possono produrre un effetto di bio-accumulazione negli organismi degli abitanti delle zone limitrofe, che si verifica anche quando il livello di presenza di un elemento tossico in un luogo è basso. Molte volte si prendono misure solo quando si sono prodotti effetti irreversibili per la salute delle persone…” Enciclica Laudato sii.
Don Aniello Manganiello è un altro prete che non si lascia tirare per la giacchetta e sa che il suo compito è difendere la dignità degli ultimi e il diritto dei poveri, sfruttati ed emarginati ad avere una vita senza soprusi e violenze”. Dopo aver fatto riferimento alle emissioni odorigene che da anni tengono in allarme diverse comunità della provincia, il sindaco Gnesi ha aggiunto:
“Mi domando non cosa succederà tra 60 giorni, ma come vivranno tra 60 anni le prossime generazioni e se potranno distinguere il profumo del mattino da quello di una discarica assassina.
Il nostro vescovo Luigi Vari nella sua lettera pastorale invita i preti ad avere coraggio… “Il coraggio della strada significa accettarla per quello che è: un luogo dove non sempre le cose funzionano come uno vorrebbe. Non tutti quelli che abitano la strada condividono le stesse attese e le stesse speranze; la strada attira l’attenzione in tanti modi, spesso attraverso i numeri delle statistiche che spiegano che non c’è niente su cui tutti pensano la stessa cosa e che le parole hanno echi diversi in ogni cuore e cultura”.
Tutelare l’ambiente e la salute non è controproducente e improduttivo, ma è la prima cosa da fare per rilanciare l’economia della nostra terra”.